Elogio alla lentezza: per un mototurismo consapevole

Alla riscoperta della lentezza: un mototurismo consapevole

In queste settimane a cavallo tra gli ultimi giorni di inverno e l'affacciarsi della primavera dedico i miei weekend il più possibile ad itinerari in moto caratterizzati da località turistiche e strade solitamente molto affollate con l'arrivo della bella stagione. In questo modo riesco a godermi di più le emozioni della strada e del luogo.

Quest'anno ho già percorso due strade panoramiche tra le mie preferite in assoluto: la Strada del Menador e la Strada della Forra. Come faccio sempre, ho condiviso le foto e i video di queste due strade sui miei account social, in particolare Facebook e Instagram. La maggior parte dei commenti è stata caratterizzata da sentimenti positivi di ammirazione per il paesaggio, di partecipazione per chi aveva già percorso quella strada, di emozione per chi la vorrebbe percorrere in futuro. Una parte dei commenti, fortunatamente minoritaria, si concentrava invece sulla classica reazione celodurista da parte di qualcuno che sentiva l'esigenza di dire al mondo che lui quella strada l'aveva fatta mille volte, che quella strada è troppo corta e non è divertente, che è una strada troppo lenta, che è una strada dove ci sono troppe biciclette, che è una strada troppo controllata dalle forze dell'ordine... e altre critiche del genere.

Ho già parlato del mito della velocità e di quanto sia legato agli stereotipi del mondo che gira attorno alle moto e ai motori in generale. Non è mia intenzione cadere nel politicamente corretto a tutti i costi, e io stesso amo andare forte in moto, ogni tanto. Voglio solamente mettere in risalto quanto si stia perdendo contatto e consapevolezza dell'importanza della lentezza. Alla voce lento, Treccani elenca come sinonimi: flemmatico, rilassato; apatico, fiacco, indolente, inoperoso, (fam.) moscio, pigro, svogliato. La maggior parte di questi sinonimi ha accezioni negative. Siamo in una società che ci stimola alla velocità e all'appagamento del nostro ego, bombardati da informazioni e costantemente affamati di adrenalina e dopamina, scarichiamo le nostre crisi di astinenza emotiva sulla manetta del gas della nostra moto e sul pollice opponibile che scrolla feed sullo smartphone senza soluzione di continuità. Viviamo una quotidianità a bassa risoluzione e ci siamo persi il gusto del dettaglio.

Amo la moto, la velocità mi affascina, l'accelerazione mi esalta. Ma quando percorro i paesaggi collinari del Veneto, le strade bianche del Chianti, le strade panoramiche delle nostre montagne, le strade alpine in Austria e Germania, le coste danesi sul Mare del Nord, beh in queste occasioni nella mia mente alberga esclusivamente la meraviglia per tutto quanto mi circonda, da vivere con calma, respirando lentamente, guardando ogni singolo dettaglio che la natura, la storia, l'architettura, le persone, mi potranno regalare. 

So che le cose stanno migliorando ed è sempre più diffuso un mototurismo consapevole, lontano dalla smania di correre veloci trasformando le curve e i tornanti di una strada statale in una pista, ma molto c'è ancora da fare, nell'educazione stradale in particolare, e nell'educazione civica in generale. 

Buona strada a tutti, alla riscoperta della lentezza. Un mototurismo consapevole, lontano dalle dinamiche frenetiche della società contemporanea.


Consigli di lettura:

Elogio alla lentezza è un libro di Lamberto Maffei

Bassa risoluzione è un libro di Massimo Mantellini



Foto di op23 su Unsplash


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