I giri in moto di Erika Mattioli

I giri in moto di Erika Mattioli

Quando raccolgo su questo blog le storie di altri motoviaggiatori lo faccio sempre con curiosità, spesso con ammirazione e un pizzico di sana invidia, talvolta con un po' di stupore, come in questo caso. 

Con Erika non poteva che essere così, visto che ci siamo scritti mentre era in viaggio in moto. Non un viaggio qualunque come vedrete, soprattutto per una principiante, come Erika definisce se stessa mentre raggiunge luoghi che tanti motociclisti esperti non vedranno mai e accumula in una settimana i chilometri che altri raggiungono in un anno intero.

Ma lo stupore maggiore l'ho provato per la sua attenzione al valore della parola scritta, che richiede l'impegno di un pensiero lento. Un'attitudine che forse rappresenta un po' lo spirito del viaggiatore in moto, che assapora con calma i panorami che lo circondano, li rielabora nella mente, e li fissa in ricordi indimenticabili nella sua memoria.

Scrivere, come affrontare lunghi viaggi in moto, significa dedicare del tempo ai propri pensieri. In questo mondo che va a mille all'ora trovo questo approccio quasi rivoluzionario. Mi fa piacere che Erika abbia colto questo dettaglio, che ci accomuna. 

Erika si racconta tra le pieghe della banale semplicità di un format di intervista che replico sempre uguale a se stesso, ma che ogni volta porta a destinazioni differenti, come una roadmap stampata su un foglio di carta, che poi ciascuno interpreta e modifica a proprio piacimento, con innumerevoli annotazioni tracciate a penna.

Scopriamo insieme la storia di Erika Mattioli:


I giri in moto di Erika Mattioli



- Parlaci un po' di te e del tuo rapporto con il mondo delle moto

Erika: Alla domanda “parlami un po’ di te” non so mai che cosa rispondere esattamente. Mi sento una serie di percorsi iniziati che non ho mai portato a termine. Sono nata nel 1998, ho tentato da ragazza di fare l’atleta nella squadra nazionale giovanile di arrampicata sportiva, ma ad un certo punto ho capito che non faceva per me e sono partita sei mesi per gli Stati Uniti, in quarta liceo. Una volta tornata, dopo il diploma ho studiato tre anni Beni Culturali all’università di Firenze, ma senza laurearmi. Altra parentesi aperta. Chissà forse un giorno anche io mi incoronerò di alloro?

Il mondo delle moto si è avvicinato al mio solamente cinque anni fa, quando il mio compagno Rida prese la patente e iniziò a viaggiare con una Suzuki GS500F. Io iniziai a viaggiare con lui, come passeggera. Dopo giusto un anno passammo al Super Ténéré 1200, lo stesso sul quale tuttora lui sta viaggiando. Iniziai così a maturare l’idea di prendere io stessa la patente e passare alla seduta più divertente della sella. I soldi erano pochi e stavamo già pianificando un lungo viaggio in moto: dall’Italia fino all’Australia. Scelsi così una moto in linea con il mio portafoglio, adatta ad un viaggio del genere e anche, se vogliamo, adatta per la guida di un principiante. In questo modo è arrivata la Transalp 650 nella mia vita.

Qualora vogliate conoscere qualsiasi altra curiosità mi trovate sempre qui, a spasso per il pianeta!


I giri in moto di Erika Mattioli


- Qual è il tuo giro in moto preferito?

Erika: Avendo la patente da appena tre anni onestamente non ho sperimentato granché. Dopo un mese dall’esame partii e attraversai i Balcani fino alla Turchia e ritorno. Essendo il primo viaggetto mi è rimasto nel cuore tutto quanto l’itinerario. Al momento sto viaggiando per arrivare in Australia, quindi forse una volta arrivata avrò una nuova risposta. Ora mi trovo circa ad un terzo del viaggio, in Oman. Due strade dalla partenza mi sono rimaste però particolarmente impresse: l’Abano Pass in Georgia e la strada 96 sulla costa del Golfo Persico in Iran.

L’Abano Pass è stato di una bellezza travolgente, alle pendici della catena montuosa del Caucaso, nella regione di Tusheti. Sono circa 80 km di sterrato che arriva a sfiorare i 3000 metri d’altitudine. È stata una grande sfida per me. Ho ancora infatti scarsa esperienza in off-road, ed è stata un’enorme soddisfazione arrivare alla fine del passo con la moto completamente carica. Il panorama era paradisiaco: vertiginose verdi montagne ma anche gole rocciose e pareti granitiche attraversate da mille piccole cascate. La rifarei, forse con una moto più leggera.

La strada 96, nella regione di Hormozgan, l’abbiamo percorsa in parte, deviando nella cittadina di Parsil sulla Mogham-Bostanu Road che segue il profilo della costa sul Golfo Persico. Anche questa tratta aveva qualcosa di magico. In quel momento si avvicinava il tramonto, le rocce color sabbia sono diventate di ambra. L’acqua che vi si infrangeva era azzurrissima e si era creato un gioco di colori magnetico. Era difficile persino rimanere concentrati alla guida talmente era bello tutto ciò che avevamo intorno.

Per ora direi questi due itinerari sono stati i miei preferiti, ma chissà quanti altri ne verranno!



- Che moto hai nel tuo garage? Utilizzi la moto per itinerari brevi o anche per viaggiare?

Erika: Nel garage ho avuto sempre e solo l’Honda Transalp 650, tuttora la mia primissima moto! Chissà in futuro chi verrà a farle compagnia. Lei di sicuro rimarrà con me, anche quando non avrà più le forze di macinare altri km. Non posso abbandonare una compagna di viaggio così.

Ho usato la moto per entrambi, sia brevi itinerari che viaggi. Ora la mia vita è il viaggio ed è in viaggio. La moto mi accompagnerà in questa folle parte della mia vita. Spero che possa resistere almeno fino alla Malesia!



- Il luogo che vorresti visitare o il viaggio che vorresti fare in sella ad una moto?

Erika: Domanda impossibile! Anzi può essere molto semplice in realtà: ovunque! Il mondo è tutto meraviglioso. Il bello bisogna sapere solamente coglierlo, perché è dappertutto, dall’autostrada A1 alla Transfăgărășan in Romania, dal deserto Saudita alle montagne Cilene. Ovunque. Io non vedo l’ora di arrivare nel sud-est asiatico in moto, e spero anche di poter entrare in Cina.

Un altro luogo che ho sempre sognato di visitare è El Salvador: un piccolo Stato in America centrale, una perla smeraldina affacciata sul Pacifico.

Mi vengono in mente altri mille posti, va a finire che non finisco più quindi mi fermo con questi.

I giri in moto di Erika Mattioli


- A cosa pensi quando indossi il casco e sali in moto?

Erika: Piuttosto che pensare a qualcosa in particolare direi che ho delle sensazioni particolari, e differiscono in base al piano della giornata o al momento in cui mi sono fermata e devo quindi ripartire. Non saprei dare un nome esatto a ciascuna di queste sensazioni. La prima parola però che mi viene in mente è: “elettricità”. No non adrenalina. Elettricità. Si accende la moto e mi accendo anche io. Una lieve scossa che mi attraversa, mi fa rabbrividire per un attimo e innesca una serie di emozioni. Passano dalla gioia, la serenità, la spensieratezza, alla paura, e talvolta l’ansia. Forse è proprio tutto questo circo che ci tiene tutti qui incollati alla sella. Ancora e ancora. Nonostante ci sia freddo o caldo. Nonostante le cadute e nonostante le paure che a volte ci fanno compagnia.


- Il modello o la tipologia di moto che preferisci?

Erika: Lungi da me avere una forte e decisa opinione a riguardo. Faccio parte di questo mondo da poco tempo e la mia conoscenza è limitata. Inoltre, onestamente parlando, non amo perdermi in tecnicismi di sorta o quantomeno prestarvi troppa attenzione. Tuttavia penso che la categoria delle maxi enduro sia quella cui mi sento più vicina, causa sicuramente del fatto che l’entourage attorno a me, con il quale sto crescendo come motociclista sia questo. In futuro mi piacerebbe molto avere anche una moto da enduro. Devono essere estremamente divertenti secondo me. Chi lo sa?


- La moto più bella e quella più strana che tu abbia mai guidato?

Erika: Ho guidato veramente poche moto. Ho sempre avuto un po’ di timore anche di provare moto di amici proprio per paura di fare dei danni. Le possiamo contare sulle dita di una mano: la mia, un’altra Transalp 650, un KTM 200 EXC e il Suzuki GS500F già menzionato.

Quanta esperienza eh? Forse molti appassionati potranno ridere di me, giustamente aggiungerei. Ma non importa, io sono la prima a farlo di solito, quindi almeno ridiamo tutti quanti insieme!

Motociclista o no, ora la Transalp è pressoché tutto quello che ho, insieme a pochi vestiti e due paia di scarpe. È una cara compagna, la mia casa mobile che mi sta facendo scorrazzare in giro per il mondo. Sono contenta di imparare ogni giorno qualcosa in più, di questo e di tanti altri mondi insieme. Ho lasciato casa e ne sto cercando un’altra, o meglio, sto cercando il mio posto felice nel mondo. Non so dove lo troverò, magari sarà di nuovo l’Italia? Magari no. La moto è il mezzo che ho scelto per attraversare non solo mezzo mondo, ma anche un cambiamento radicale nella mia vita.


I giri in moto di Erika Mattioli


Ringraziamo Erika per aver raccontato la sua storia e aver condiviso con noi le sue emozioni in viaggio e in sella alla sua moto. 


Puoi seguire i giri in moto di Erika Mattioli su Instagram: nomaderika









Le oramai tradizionali interviste brevi, o come mi piace chiamarle, mini interviste di Giri-in-moto.it sono diventate un appuntamento fisso. Queste mini interviste sono un modo per conoscere altre persone e altri blogger o creator, senza distinzione o selezione per numero di follower, semplicemente per raccontare persone interessanti che navigano come noi nel grande oceano del mototurismo e più in generale del motociclismo. Domande semplici, apparentemente banali, che possono però svelare piccole istantanee di vita di persone con le quali condividiamo le stesse passioni, ognuno a suo modo.

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Immagini fornite da Erika Mattioli. Le immagini sono di proprietà dei rispettivi titolari del copyright.

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