Tutta la verità

8 anni di Giri-in-moto.it
 

Come di consueto, a fine agosto mi ritrovo a scrivere queste righe per celebrare l'anniversario del mio blog e più in generale del progetto giri-in-moto. Questo non è un post di numeri e bilanci, che lasciamo al post di fine anno, ma un momento per guardarmi dentro, per fare il punto su questo viaggio personale, giunto all’ottavo anno dall'ormai non più così recente 2017. Quest’anno, però, sento il bisogno di essere ancora più schietto e diretto del solito, perché questi ultimi dodici mesi hanno lasciato il segno più di altri, in positivo e in negativo.

Un evento recente in particolare ha segnato profondamente i miei pensieri. La notizia del motociclista ucciso da un orso in Romania, Omar Farang Zin, mi ha toccato nel profondo. Ho scoperto solo qualche giorno dopo la notizia che era un mio follower. Non l'ho mai conosciuto di persona e non ho avuto modo di avere un rapporto diretto con lui nemmeno sui social, ma il fatto che fosse tra le persone che mi leggevano, che guardavano i miei contenuti, mi ha fatto riflettere. Al di là di ogni giudizio su cosa sia successo, si tratta di una tragedia insensata. E rendermi conto che, in qualche modo, la sua vita ha sfiorato la mia, mi ha messo una grande inquietudine addosso. È un promemoria della facilità con cui le nostre vite si possano intrecciare nel mondo digitale, e di come, dietro ogni nome utente o profilo, ci sia una storia e una persona in carne e ossa, con i suoi sogni, le sue passioni e, purtroppo, le sue tragedie.

I social sono sempre più luoghi sovraccarichi di rumori di fondo, dove è sempre più difficile separare le cose buone (pochissime) dalle cose inutili (soverchianti), i contenuti di qualità dalle idiozie, dove è sempre più difficile comprendere la differenza tra la verità e il verosimile, complice l'uso (o per meglio dire l'abuso...) sempre più diffuso delle AI. 

Questa deriva si riflette anche nel mondo del turismo, che come ho già raccontato, sta diventando sempre più una questione di apparenza e di status symbol. Girando in moto nelle scorse settimane in Danimarca e Svezia, dove trascorro le vacanze estive ormai da qualche anno, ho potuto ritrovare una dimensione più equilibrata della quotidianità e del tempo libero. Quando sono poi rientrato in Italia e ho trascorso una settimana nelle "mie" Dolomiti, invase dal turismo di massa, ho avuto la necessità assoluta di staccare la spina dalla moto, dalla gente, e anche dai social. Purtroppo anche il mototurismo sta prendendo questa brutta piega, con una crescente enfasi sull'immagine che si vuole raccontare di se stessi, a discapito dell'autenticità e del piacere della condivisione delle proprie esperienze di viaggio.

Dopo otto anni passati a creare contenuti, forse sento semplicemente il peso della stanchezza e un pizzico di frustrazione. Ho raggiunto obiettivi che all'inizio pensavo inarrivabili per il mio piccolo progetto, eppure, a volte, mi sento come una goccia in mezzo all'oceano. L'incertezza che viviamo a tutti i livelli, anche nella geopolitica internazionale, non aiuta ad avere una visione nitida del domani.

Per il futuro, però, ho deciso di darmi un obiettivo chiaro: "poco ma buono". Spero di finire entro l'anno il progetto dell'e-book sui giri in moto in Veneto, e mi auguro che un paio di collaborazioni tra quelle già in corso possano maturare e portare a qualcosa di ancora più stimolante e concreto. Dedicherò meno energie alla produzione di contenuti di contorno e mi concentrerò sui progetti che mi interessano davvero.

Il blog continua a crescere, e forse merita più attenzione da parte mia, mentre i social diventano sempre più spesso luoghi in cui è difficile esprimersi veramente, e in cui è sempre più complesso creare relazioni di qualità.

A ciò si aggiunge la continua rincorsa delle piattaforme social ai trend e ai profitti, diventando sempre più fastidiosamente lontane dalle loro origini. Vecchi player come Facebook perdono qualsiasi utilità, e ormai la pagina del blog funziona pochissimo (a meno che non si attivi un gruppo di condivisione tra gli utenti o a meno che non si utilizzi Facebook per programmare eventi). Per ora Instagram è ancora il social più attivo, ma la sua deriva è evidente. Per inseguire TikTok valorizza sempre più i video e i reel, concedendo meno visibilità alle foto, che sono i contenuti che io prediligo nella comunicazione. E il rumore di fondo anche in questo caso è sempre più evidente, con il feed pieno di sponsorizzate di account con contenuti pessimi, già visti e stravisti, mentre l'algoritmo penalizza foto di luoghi spettacolari e contenuti di reale interesse. Le piattaforme video restano le più interessanti al momento, ma su TikTok serve mettere la faccia, tanta costanza e tante energie, mentre su YouTube è stato fatto praticamente già tutto, le idee iniziano a mancare e il rischio è di produrre sempre la solita minestra è dietro l'angolo. Provare oggi, dopo otto anni, ad aggredire due piattaforme così lontane dal mio modo di comunicare e di creare contenuti sarebbe davvero complicato, e probabilmente sarebbe solamente tempo perso.

Il blog giri-in-moto.it è la piattaforma da cui tutto è iniziato, e quella in cui riesco ad esprimermi con più naturalezza. I risultati sono buoni e migliorano di anno in anno, ma anche nel web tutto sta cambiando e il rumore di fondo dei contenuti inutili è sempre più evidente. Anche i motori di ricerca sono sempre più condizionati dalle intelligenze artificiali, e i risultati dei contenuti del blog a volte sono sorprendenti. Sebbene giri-in-moto.it continui a salire nelle visite e nelle visualizzazioni, i contenuti che considero di maggiore qualità, come gli itinerari dettagliati, spesso sono meno performanti degli articoli generici che parlano delle ultime novità del settore o di qualche consiglio utile, ma sinceramente non indispensabile, per andare in moto.

Nonostante tutto, ci sono aspetti positivi che mi spingono ad andare avanti. In questi otto anni ho avuto la fortuna di stringere rapporti davvero interessanti con alcuni "colleghi" creator e di avere accesso a delle opportunità con aziende e organizzazioni del settore che altrimenti non avrei mai potuto avere. Soprattutto, il blog mi ha sempre dato lo stimolo per cercare nuove strade, nuovi itinerari e località da raccontare con le mie foto e i miei testi. È una forza motrice che alimenta la mia passione e mi spinge a salire in moto ed esplorare. 

Ma anche questo stimolo ha un limite, perché in questi otto anni ho visitato moltissime delle località geograficamente a me più vicine, e nonostante le bellezze dei nostri territori siano praticamente infinite, è chiaro che è sempre più complicato poter raccontare nuovi itinerari. Per questo motivo cercherò di dare sempre più spazio alle collaborazioni e ai racconti di viaggio dei lettori, perché questo blog possa alimentarsi senza essere condizionato dai miei limiti personali.

Tra le iniziative più recenti infine c'è la newsletter, che in pochi mesi ha raggiunto qualche centinaio di iscritti. La risposta dei lettori a questa mia iniziativa è stata interessante, ma per chi come me gestisce praticamente da solo tutto, sia il blog che i social, è sempre complicato trovare nuovi stimoli e cose interessanti da raccontare. Ma sono ottimista, è uno strumento che può crescere nel tempo.

Siamo alla fine di agosto 2025, in questi otto anni ho pubblicato circa 600 post, ho raccolto milioni di visualizzazioni e accolto migliaia di visitatori sul blog, ho condiviso tutti i miei giri in moto e i miei viaggi in moto più belli sui social, e grazie a questo progetto ho trovato molti nuovi amici e ho vissuto esperienze uniche. 

Non so se, alla fine, ne è valsa davvero la pena, o se ne varrà ancora la pena in futuro. Chissà cosa scriverò tra dodici mesi, sul post che pubblicherò al prossimo anniversario del blog. Per ora la passione è ancora viva, pronta a guidarmi verso un domani incerto, con maggiore consapevolezza, genuinità, e spensieratezza.






Foto di Possessed Photography su Unsplash

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