Ciclisti e motociclisti: un rapporto complesso

Ciclisti e motociclisti sulle strade: un rapporto complesso


Anch'io, come tanti, oltre alla moto ho una bicicletta, in garage. Vi dirò di più, per qualche anno, tempo fa, facevo parte di un gruppo ciclistico per attività non agonistiche. Attività che si svolgevano sia in piccoli gruppetti sia in gruppi molto numerosi, di qualche decina di persone. Sono stato quindi, come si suol dire, anche dall'altra parte della barricata, la parte che sulle due ruote pedala. Forse per questo motivo, ora che da molti anni non frequento più il mondo del ciclismo, da motociclista ho sentimenti contrastanti nei confronti dei ciclisti che incontro per strada. Da un lato ne percepisco la fragilità e le esigenze, allo stesso tempo comprendo bene quante siano le brutte abitudini che si possono assuefare tra chi va in bici, soprattutto in gruppo. Poi vesto i panni del motociclista, e ragionando sui miei comportamenti in moto e sul comportamento di molti motociclisti che incontro per strada, sono altrettanto consapevole delle nostre specifiche necessità e fragilità, ma mi rendo conto anche della maleducazione e arroganza diffusa in una parte della nostra categoria. Chi è senza peccato scagli la prima pietra... 

È una storia antica quella del rapporto tra ciclisti e motociclisti sulle strade. Due comunità unite dalla passione per la libertà su due ruote, ma spesso divise da fraintendimenti, tensioni e, purtroppo, anche incidenti. Tuttavia è importante ricordare che entrambe queste categorie (ovviamente pedoni a parte),  sono fra le più vulnerabili sulle strade, esposte a rischi maggiori rispetto a veicoli come auto, mezzi commerciali o mezzi pesanti. Per questo motivo è fondamentale che ciclisti e motociclisti si sostengano reciprocamente e si impegnino a condividere le strade in modo sicuro e rispettoso.


Il complesso rapporto tra ciclisti e motociclisti sulle strade 

Una chiamata alla responsabilità condivisa. I ciclisti meritano non solo la nostra massima attenzione e considerazione, ma anche la nostra comprensione. È vero, è importante che rispettino anche loro le regole del codice della strada, utilizzino le piste ciclabili quando disponibili e segnalino chiaramente i cambi di direzione, devono essere consapevoli della loro influenza sul traffico, evitando di ingombrare eccessivamente la strada procedendo appaiati soprattutto in punti critici come salite o tornanti, dove la visibilità è ridotta e possono verificarsi situazioni pericolose. D'altra parte, anche noi motociclisti dobbiamo guidare con prudenza e responsabilità, tenendo conto delle esigenze degli altri, in particolare dei ciclisti. Questo significa che noi motociclisti nei contesti potenzialmente a rischio dobbiamo imparare a moderare la velocità, evitare manovre brusche o pericolose come sorpassi azzardati nelle vicinanze delle curve o in condizioni di scarsa visibilità, e rispettare gli spazi e i diritti degli altri utenti della strada. È importante essere consapevoli di noi stessi, ed è fondamentale mettersi nei panni degli altri.


Sia ciclisti che motociclisti devono essere attenti alle regole, alle persone, e anche alle debolezze e criticità del territorio che attraversano. Questo significa evitare di lasciare rifiuti lungo le strade e nelle aree naturali, difendere le peculiarità delle zone protette e sensibili, e contribuire all'educare a comportamenti rispettosi.


Il rapporto tra ciclisti e motociclisti sulle strade è complesso, ma può essere migliorato attraverso un impegno condiviso per la sicurezza, il rispetto reciproco e la consapevolezza dei propri doveri e delle esigenze degli altri. Ognuno di noi ha il potere di fare la differenza, mettendosi nei panni degli altri e guidando con compassione e responsabilità. Scegliamo di essere parte della soluzione, non del problema, e di rendere le strade un luogo più sicuro e accogliente per tutti i suoi utenti.








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