Il viaggio in moto di Mia: la MotoBarista e i passi di montagna.

viaggio in moto

Per Mia tutto ha un inizio ed una fine, ma è il percorso che viviamo nel mezzo a fare la differenza. Affrontare questo viaggio è stato qualcosa di speciale, e questo è il suo racconto:

Sono partita dalla Pianura Padana, da quel piattume che spesso annoia, ma se lo percorri con la consapevolezza di chi sa che salirà verso il cielo, anch'esso può essere entusiasmante.

Sono uscita dall'autostrada all'altezza di Piacenza per poi raggiungere la verdissima ed intricata Val Trebbia. Sosta degna di nota nel paesino di Bobbio ed in particolare il ponte romano "Gobbo" noto per un'antica leggenda e per essere stato probabilmente lo sfondo alla "Gioconda" di Leonardo.

Continuo cavalcando il confine Ligure-Piemontese, tra salite, discese, e anche un po' di sterrato inaspettato. Giungo finalmente tra le morbide curve e l'asfalto curatissimo delle Langhe piemontesi ed i famosi noccioleti di Alba. Infine mi attende quello che sarà il mio punto base di questa avventura, un B&B in provincia di Cuneo. Dopo 426 km e quasi 8 ore di sella sono arrivata da "Milu'".

Sono un po' stanca ma non rinuncio ad una cena in un bel ristorante. L'indomani sveglia presto, in programma ci sono quattro Passi da fare, due dei quali sono certa saranno per me una bella sfida.

Si parte, ore 9.29, sono pur sempre in vacanza, non ho poi tutta questa fretta. Mi dirigo verso l'imbocco della strada che mi porterà al mio primo obiettivo: il Col de la Bonette. I primi due Passi li faccio in scioltezza, ero davvero carica. Poco prima di mezzogiorno sono sul Col de Lombard (2350 mt slm) volo in discesa fra curve e tornati, una bella strada spaziosa divertente. Poi si sale ancora e questa volta è il famoso Col de la Bonette (2802 mt slm). E' bellissimo, il paesaggio mozzafiato cambia salendo, dai verdi pini e valli lussureggianti ai pietrosi speroni della cima, sembra di andare direttamente sulla Luna. Arrivo sul Passo in lacrime per la soddisfazione urlando al cielo la Mia gioia tra lo stupore degli altri bikers.


viaggi in moto


Ammiro il paesaggio, foto di rito e poi giù prudente e concentrata, ma il lato francese del colle lascia senza parole, per la cura dell'asfalto, delle strade, e del rispetto che c'è verso la circolazione stradale, cosa inconcepibile in Italia.

Continuo il mio cammino e salgo sul "Colle della Maddalena" ("Col de Larche" 1991 mt slm). Lo faccio in un soffio, ho già nel mirino l'insormontabile, per me, "Colle della Fauniera" .

Avevo visto immagini poco tempo prima di una stradina stretta impervia tra sassi e burroni, ho pensato che non ci sarei potuta arrivare mai. Invece ero lì, e non mi rendevo nemmeno bene conto, forse meglio così. Ero immersa in una nebbia fittissima fatta di nuvole basse, non vedevo ad un metro da me, cuore in gola, io la Mia Yamaha Fazer 600. Pochi animali allo stato brado, natura incontaminata e sempre la certezza di essere protetta e sorvegliata dal rombo di una Rossa Ducati in lontananza.

Fazer 600


Conquisto anche questa vetta (2511 mt slm). Me la godo in lacrime. E' più forte di me, in queste situazioni non le controllo, scendono per la gioia di essere riuscita dove non credevo di riuscire. Sorprendere sé stessi è sempre emozionante.

E via si scende. Dopo 260 km in 6 ore si torna da Milu'. Domani, altre avventure. Cena veloce, a letto di corsa e mi addormento immobile come un sasso della Bonette. L'indomani il programma prevede Passi che sentivo nominare sin da bambina, li sentivo alla TV mentre mio padre guardava il Giro o il Tour.

Scalerò questi passi con la Mia moto. Non avendo abbastanza fiato e polmoni ci metterò il mio coraggio; salendo sul "Colle dell'Agnello" e sul "Col Izoard".

Sono le 9.00 circa, si parte con calma dopo un buon caffè, ci tocca un po' di noiosa pianura per raggiungere la strada che mi porterà ai 2744 mt slm del Colle dell'Agnello. La strada è bella, le curve dapprima morbide si trasformano in tornanti che mi portano quasi a toccare il cielo sopra le nuvole. Sono travolta da un turbinio di emozioni, che solo risalendo in moto riesco a placare un po'.

Si scende volando, solo per affrontare l'ultima moto-scalata verso l'Izoard (2361 mt slm). Anche qui i tornanti si susseguono e non ne sbaglio uno, resto sempre nella mia corsia. Adoro i brividi, ma evito rischi inutili. Basta vedere dall'alto le curve per sentire quella scossa che mi dà la forza di arrivare fin su.

Rientriamo passando per Briancon, Monginevro e Sestriere. Infine un' estenuante strada dritta che conclude i 301 km in 5 ore e 53 min. L'ultima sera brindo col Ducatista Emiliano ai miei successi.

L'indomani ci salutiamo a me aspettano i 380 km di rientro a casa fatti tristemente in autostrada in 3 ore, a lui invece nuove avventure su strade sterrate e arrampicate tra Francia e Italia fuori dalla Mia portata, per ora...

Mia Sperelli, la MotoBarista.



Ringraziamo Mia per aver condiviso il suo racconto di viaggio in moto, ricordandoci che superare i propri limiti è qualcosa che facciamo prima di tutto per noi stessi. Seguiranno altri racconti di viaggio dei nostri lettori, a presto!

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