Francesca vive a Londra, e a Londra aveva guidato la sua Harley Davidson 883 solo per piccoli spostamenti in città e per qualche breve gita fuori porta. Poi ha deciso di intraprendere una piccola, grande avventura: da Londra a Treviso in solitaria, 1500 chilometri in compagnia soltanto di HeiD, la sua moto.
C'è una canzone dei Metallica che io amo particolarmente. Il titolo è "Wherever I may roam". Nel testo di questa canzone ho trovato l'ispirazione per il mio primo viaggio in solitaria in moto. Prendendo spunto dal testo di questa canzone, rivivremo con Francesca le emozioni del suo viaggio.
- "Wherever I may roam...". Si dice spesso che il viaggio sia più importante della destinazione. Ma serve avere ben chiaro un obiettivo per intraprendere un viaggio. Perché hai deciso di organizzare questo viaggio in moto in solitaria?
- Francesca: Ricordo una conversazione in un pub di Londra, con amici venuti a trovarmi dall’Italia. Spiegavo come mi sentivo in colpa per trascurare la mia bellissima Harley Davidson 883 Iron (HeiD), che purtroppo non guidavo spesso in città. Per questo motivo stavo considerando di separarmene perché potesse godersi viaggi più frequenti e lunghi.
Fu quel giorno che il mio amico Paolo mi consigliò di venderla in Italia dove diceva che quel modello andava davvero a ruba, ma non prima di essermi fatta almeno un bel viaggio lungo.
F:“E chi la porta in Veneto da Londra?”
P:“La porti giù tu!”
E cosi nacque l’idea che poi passo dopo passo diventò una vera e propria avventura che mi trasformò la vita, sia in fase preparatoria che durante il tragitto stesso.
Questo viaggio simbolizza un punto importantissimo del mio percorso di cambiamento iniziato quell’anno, il 2017, quando mi buttai anche su altri aspetti. Il più grande, lasciare una carriera sicura e di rilievo con una importante multinazionale del settore energetico, dopo ben 16 anni di lavoro.
- "And the road becomes my bride...". La moto e la strada sono strumenti di scoperta del mondo che ci circonda, ma anche compagni di viaggio che ci aiutano a guardare dentro noi stessi nel profondo. Quali sensazioni ti ha dato affrontare da sola la strada?
- Francesca: Assolutamente si. Il viaggio è stato molto di più di un percorso da A a B. Mi ha fatto ritrovare anche tanta determinazione e forza che non sapevo nemmeno di avere. Sono sempre stata una persona molto avventurosa, ma questa sfida mi avrebbe portata ben oltre la mia zona di comfort.
Non potevo che farlo da sola. Era diventata un’opportunità personale tutta mia, forse proprio quella prova di cui avevo bisogno per costruire poi altre prospettive nuove e fuori dalla norma.
Affrontandolo da sola, sapevo che avrei dovuto imparare a contare sulle mie capacità, anche se a volte queste includono la capacità di chiedere aiuto! E poi non avrei avuto preoccupazioni per altri, stress sulla mia velocità (o vergogna per la mia lentezza), e potevo decidere se e quando fermarmi, Ecc.
Ad ogni modo, accompagnati o in solitaria, la moto ti da comunque e sempre quel senso di forza individuale. Tu e lei, insieme, ad affrontare la strada.
La concentrazione, la stabilità, l’attenzione ai dettagli della strada con un occhio sui paesaggi che sfilano a destra e sinistra, il rumore costante della moto, tutte queste cose ti mettono in uno stato di meditazione incredibile.
Una meditazione che ti aiuta ad osservare in terza persona i pensieri che si creano nella mente in quei momenti, mentre percorri chilometri in uno stato di totale mindfulness. Pensieri contrastanti, spesso di paura ma anche di tanta gioia. Si alternavano emozioni da brividi, risate inspiegabili e canzoni che cantavo anche se non ricordavo mai i testi. E poi tornava il silenzio nel casco, e tornavo ad apprezzare tutti gli altri suoni che avevo intorno. Il rumore del motore, le vibrazioni, il vento.
- "I adapt to the unknown...". Quando siamo da soli siamo più fragili, ma siamo anche più flessibili al cambiamento. Come ti sei adattata ai piccoli inconvenienti e ai cambi di programma inaspettati?
- Francesca: Da allora ho imparato ad amare tanto il viaggio solitario, e a credere che veramente “tutto il mondo è Paese”.
Riconoscevo le mie debolezze e le affrontavo ritrovando le mie forze. Mi ero convinta che ovunque mi sarei ritrovata o qualsiasi circostanza di difficolta’ avrei dovuto affrontare, me la sarei cavata. Avrei trovato le persone giuste e delle soluzioni.
Mi ero ben preparata per eventuali problemi tecnici, grazie anche al supporto del team di Rob presso la Warrs Harley Davidson, a Londra.
Un itinerario più o meno ce l’avevo perché mi ero decisa di offrire un paio di servizi di volontariato durante il percorso e poi, molto lastminute, avevo creato una raccolta fondi per i bisognosi in Nepal. Detto ciò, mi ero preparata per qualsiasi imprevisto.
In realtà i programmi dettagliati mi creano più stress del viaggio non organizzato. Dover arrivare ad un certo posto ad una determinata ora può darti la motivazione di continuare anche nei momenti di stanchezza, ma ti mette anche molto peso in più sulle spalle.
- "By myself but not alone...". Quando si viaggia da soli è più facile aprirsi e dare confidenza alle persone che non conosciamo. Hai fatto degli incontri interessanti durante il tragitto?
- Francesca: E’ proprio vero, viaggiando soli ci si apre di più verso le gente che incroci nel tuo tragitto. Ma in realtà sono sempre stata una tipa estroversa, che parla un po’ con tutti.
Ho fatto amicizie a Calais, dove ho lavato miriadi di pentoloni giganti per una mattinata intera presso la Refugee Community Kitchen (www.refugeecommunitykitchen.com). Poi ho chiacchierato volentieri con chiunque incontravo, specialmente alle stazioni servizio, negli autogrill e luoghi dove alloggiavo.
Il mio “halfway point” era prefissato per Dambach-la-Ville. Un villaggio lungo la Route du Vin, in Alsazia, dove sono cresciuta per 6 anni, negli anni ’80. Come quasi ogni giorno, arrivavo a destinazione quando già faceva buio, perché ci impiegavo sempre più di quel che avevo previsto.
Qui ho ritrovato vecchi compagni di scuola e sono intervenuta parlando ad una classe delle Scuole Medie.
Che commoziooone… arrivare il quel paese così pieno di miei ricordi da bambina, dopo quasi 30 anni da quando ci siamo trasferiti nuovamente in Italia, e ritrovare i miei genitori che mi aspettano al buio in piazza du Marche’. Che lacrimoni… pur sapendolo in anticipo.
Proseguendo poi attraverso la Germania arrivai in Austria, a Bregenz dove mi sono ritrovata con una amica veneta che lavorava li. Un incontro che non era previsto ma che è stato organizzato durante il viaggio.
La mia ultima tappa è stata dal Lago di Resia a Fonte (TV), per arrivare a festeggiare il giorno del mio 40esimo compleanno col mio caro gemellino Pippo, la mia famiglia e i miei amici. In piazza a Fonte mi hanno accolto con tanto affetto e senza vergogna hanno festeggiato con urla, tanto rumore, tanti abbracci, una torta e una bella magnum di Prosecco!
Never Forget. Un gran momento di gioia.
- "Where I lay my head is home". Non solo hai viaggiato in solitaria in moto, raccontami le motivazioni e le emozioni del bellissimo viaggio in solitaria con il tuo camper!
- Francesca: Eh già, sono partita lo scorso settembre e viaggerò in camper da sola per un anno. Incredibile. Dopo il viaggio in moto e prima di questa esperienza di vanlife, ho anche fatto 4 mesi in Asia, 5 settimane di Camino di Santiago e (rullo di tamburi...) ho anche riportato la mia moto a Londra! Non l’ho più venduta, non potevo farlo dopo quella connessione che abbiamo instaurato durante quegli epici 1500km insieme.
Ma perché tutte queste avventure, principalmente da sola, io che fino a poco tempo prima un po’ temevo le giornate senza impegni sociali, trascorse in solitudine?
Ho imparato ad amare la compagnia di me stessa, senza sentire il peso della solitudine. Anzi, più tempo ho passato da sola con me stessa, e più ho imparato ad amarmi e di conseguenza ad amare anche gli altri e tutto ciò che mi circonda.
Grazie ad alcuni buoni investimenti a Londra negli ultimi anni che mi hanno portato a guadagnare grazie ad un paio di affitti, e grazie anche al lavoro come Freedom Coach on the road, riesco a continuare a finanziare queste mie avventure un pochino folli e vagabonde.
Ma i miei viaggi non sono semplici viaggi turistici in solitaria. Lungo il mio itinerario mi incontro con amici vecchi e nuovi; imparo cose nuove, mi dedico al coaching, scrivo articoli e prendo appunti per un possibile libro, leggo e studio e poi... nel “tempo libero” semplicemente mi rilasso.
La mia casa rimane Londra e probabilmente è li che tornerò dopo quest’ultima avventura.
Poi? chissà!
Girovaghi, vagabondi, chiamateci come volete . Noi continueremo a girare per le strade del mondo e continueremo a guardare nel profondo di noi stessi...
Links:
- The Gr8fool: il progetto di Francesca Dal Bello.
- Dal blog di Francesca: 1500K solo Harley ride.
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- The Gr8fool su Facebook
- Wherever I may roam: il video della canzone dei Metallica.
- Wherever I may roam: il testo della canzone dei Metallica.
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