
La notizia è ufficiale: la MotoE si fermerà al termine della stagione 2025. Dopo sei anni di gare dedicate alle moto elettriche, Dorna e FIM hanno deciso di sospendere la categoria per ripensarne il futuro e il ruolo all’interno del Motomondiale.
Nata nel 2019 come vetrina tecnologica, la MotoE ha avuto due fasi ben distinte: le prime stagioni con Energica Motor Company, costruttore emiliano poi fallito nel 2022, e dal 2023 con Ducati, che ha realizzato il prototipo V21L, una vera superbike elettrica da competizione.
Da Energica a Ducati: l'evoluzione della MotoE
Nel 2023 Ducati ha raccolto la sfida e in poco tempo ha trasformato la MotoE in una categoria più veloce, leggera e vicina alle prestazioni delle moto tradizionali.
Ducati V21L: la moto elettrica da gara più avanzata
La Ducati V21L adotta inoltre sistemi tipici della MotoGP come: traction control, engine brake, launch control, slide control e wheelie control. Il freno posteriore è elettronico e sostituisce quello meccanico, con un risparmio di peso di 1,6 kg. Sono presenti circa 150 sensori e oltre 10.000 variabili gestite in tempo reale.
Stop al campionato MotoE
Un addio, o un arrivederci? La MotoE è una categoria che, pur con tutti i suoi limiti e le sue sfide, ha comunque cercato di tracciare una nuova rotta nel motociclismo sportivo.
Ma cosa ci dice il comunicato stampa congiunto di Dorna e FIM? Il cuore del comunicato batte su due punti fondamentali: il mancato successo tra gli appassionati e uno sviluppo del mercato delle moto elettriche ad alte prestazioni che non ha rispettato le previsioni. Sette stagioni non sono bastate a far breccia in modo significativo nel cuore del pubblico, e l'industria, nel frattempo, ha virato (come forse era ben prevedibile) con decisione verso altre direzioni.
Dorna, nel suo ruolo di promotore della MotoGP, ha ribadito l'importanza di "ascoltare con attenzione gli appassionati, presenti e futuri", per offrire uno spettacolo che si allinei "all'ecosistema dello sport e dell'intrattenimento". Un'affermazione che suona come una constatazione amara: la MotoE, pur con gare spesso avvincenti e dinamiche, non è riuscita a generare quel livello di coinvolgimento e di entusiasmo che ci si aspettava.
Parallelamente, l'industria motociclistica ha compiuto una svolta significativa. Invece di investire massicciamente nello sviluppo di moto elettriche ad alte prestazioni, il focus si è spostato sui motori a combustione interna più efficienti e, soprattutto, sull'utilizzo di combustibili non fossili. La MotoGP stessa è un esempio lampante di questa transizione: dal 40% di carburanti non fossili nel 2024, si passerà al 100% entro il 2027. Un percorso, questo, che riflette una visione più pragmatica e forse più sostenibile, almeno nell'immediato futuro, rispetto alla totale elettrificazione.
MotoE: un futuro ancora da scrivere?
La decisione di sospendere la MotoE non è un punto finale, ma piuttosto una pausa di riflessione, almeno leggendo il comunicato congiunto. FIM e MotoGP continueranno a monitorare il settore e le nuove tecnologie. L'elettrico, dicono, non è stato bocciato in toto, ma semplicemente messo in stand-by in attesa che la sua "rilevanza" aumenti, sia a livello di mercato che di percezione da parte del pubblico. Sarà vero? O siamo di fronte ad una pausa che prelude uno stop definitivo?
Cosa ci lascia la MotoE?
Senza dubbio tanta ricerca tecnologica e molta esperienza tecnica da parte dei costruttori, dei team, delle aziende partner del progetto, e tutto sommato ci ha intrattenuto con gare divertenti e sorpassi al limite, ma il campionato MotoE è sempre stato senza una sua vera essenza e senza una precisa personalità, una brutta copia silenziosa di cose già viste. Forse ha bisogno di un progetto più specifico, di dinamiche tutte sue, di rinascere con una personalità propria, e non vassalla di una MotoGP che non può far altro che schiacciarla da molti punti di vista.


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