Una domenica d'estate. Giro in moto con gli amici. Dove andiamo? Fa caldo. Pericolo traffico. Direzione montagna, a caccia di aria fresca. Altopiano di Asiago, un classico. Per raggiungerlo si escogitano scorciatoie e "allungatoie" su strade meno conosciute per evitare percorsi troppo congestionati. Partenza da Padova, attraversiamo Carmignano, Pozzoleone, Scaldaferro, Sandrigo, Breganze. Poi su, si sale verso l'Altopiano percorrendo la Lusianese. Tutto tranquillo. Ci infiliamo sulla provinciale 72, il traffico aumenta. Altra deviazione, si va per Sasso e Stoccaredo, di nuovo strada libera. Poi un incrocio un po' strano, nel bel mezzo di quattro vecchie case, una piccola disattenzione, e tiro dritto invece di svoltare a destra. Me ne accorgo quasi subito ma dentro al casco penso che di sicuro una strada per ricollegarsi al percorso la troverò, non ho voglia di fare inversione (e di fare una figuraccia con i miei amici che mi seguono fiduciosi...). Ad un certo punto la strada finisce in un sentiero, siamo comunque costretti a girarci. Farfuglio qualche scusa e tranquillizzo i miei amici, tornando indietro tento di nuovo la fortuna, una stradina verso sinistra che in linea d'aria potrebbe ricongiungersi al nostro percorso. Altro errore, mi sono perso. Non totalmente, perché so perfettamente in quale punto ho sbagliato strada, ma speravo di cavarmela e trovare una rapida alternativa a portata di mano, con un po' di fortuna, e invece no. Anzi, un po' di fortuna l'ho avuta.
Talvolta, infatti, è davvero necessario perdersi per ritrovarsi. Esplorare una strada con la convinzione di raggiungere una meta, e ritrovarsi invece di fronte ad una strada chiusa, in un luogo così a portata di mano eppure così nascosto nel tempo e nello spazio da riuscire a sorprenderti, e farti pensare.
Questo luogo si trova tra Stoccaredo e Sasso. Dice Wikipedia: “Localizzato sul Col d'Echele, fu fatto erigere dalla madre Margherita Sarfatti nel 1935 per ricordare il figlio Roberto, caporale del 6º Reggimento alpini caduto, nemmeno diciassettenne, durante le battaglie dei Tre Monti (sul finire della prima guerra mondiale). Sarfatti è l'unico minorenne insignito della medaglia d'oro al valor militare. L'opera fu progettata dell'architetto comasco Giuseppe Terragni (Roberto Sarfatti su wikipedia). ”
Frequento queste montagne da più di trent’anni e non ero mai stato in questo luogo. C’è sempre tempo per imparare a scoprire quello che ci circonda, per osservare e per lasciarsi andare al caso, per scoprire nuove emozioni dietro l’angolo. Mezz’ora prima, sul canyon della Madonna del Buso di Stoccaredo, un motociclista, anche lui frequentatore di queste zone, era al Buso per la prima volta. Luoghi differenti, stessa emozione, nel giro di mezz’ora. Talvolta mi piace abbandonarmi al destino, lasciar fare al caso.
Vorrei controllare tutto. Ma non si può. Per fortuna.
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